L’urbanistica è per definizione una materia multidisciplinare: i progetti urbanistici, che sono alla base delle importanti trasformazioni del territorio, valutano diversi aspetti per rispondere alle norme che regolamentano il territorio. I procedimenti urbanistici sono lunghi e definiti da precisi iter d’approvazione.
La situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta mettendo in discussione molti dei paradigmi, degli obiettivi e delle strategie, che sono alla base della pianificazione urbanistica generale territoriale locale e sovralocale.

La pandemia in particolare, che ci costringe a un salto evolutivo degli stili di vita, giocherà un ruolo attivo producendo effetti significativi sulla città, ma che ad oggi sono incerti; l’urbanistica dovrà farsi carico nel periodo post-covid di rispondere in tempi brevi, alle nuove esigenze della nuova città resiliente:
– una città connessa,
– una città flessibile, versatile,
– una città di quartiere raggiungibile in 15 minuti,
– una città da rigenerare, che si concentra sull’esistente, sulle aree degradate e periferiche, che hanno bisogno di ritrovare una propria identità,
– una città che deve riorganizzare gli spazi, per individuare luoghi dove localizzare attività nuove, tecnologiche e innovative,
– una città che dovrà ridefinire gli spazi pubblici ed ampliare l’offerta di servizi,
– una città più attenta alle tematiche ambientali, idrogeologiche e sismiche,
– una città che predilige l’efficientamento energetico.

Le politiche e gli strumenti urbanistici si dovranno adeguare a nuovi obiettivi: la regolamentazione che disciplina i processi di trasformazione, per garantire la soddisfazione delle nuove esigenze che si sono delineate negli ultimi mesi, dovrà realmente garantire tempi brevi di attuazione, lo snellimento degli iter e la concessione di deroghe alle norme urbanistiche ed edilizie, in linea con gli indirizzi della nuova Legge Regionale Lombardia 18/2019 e del nuovo PGT 2030 vigente del Comune di Milano.

Francesca Lauretti – Urban Planning Manager

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