
Continua la produzione destinata a sostenere il Progetto in Madagascar promosso dall’Associazione WiP for People, e oggi in occasione della Giornata Internazionale della Musica, vogliamo celebrare una delle architetture più famose al mondo attinenti appunto alla musica: l’Opera House di Sydney.
Per il World Music Day, Sofia e Marco Splendore, hanno reintepratato l’opera che, impreziosita da foglia d’oro, contribuirà al nostro progetto sociale “WiP for People” per la realizzazione di una scuola, un asilo ed un’infermeria nel villaggio di Ampanasina, in Madagascar.
Nota a livello internazionale come Sydney Opera House, questo teatro è uno dei principali simboli dell’intero continente australiano e si trova su una piccola penisola al centro dell’omonima baia.
La sua storia risale al 1954, quando il primo ministro Joseph Cahill dichiarò che era necessario costruire una struttura capace di rappresentare adeguatamente il talento artistico e fosse fonte di orgoglio nazionale.
Nel 1956 fu indetto un concorso internazionale per la costruzione di un nuovo teatro nella città di Sydney che vide, come vincitore, l’architetto Utzon.
Osservando la mappa della baia, Utzon ideò una struttura che ricordava un grande veliero in procinto di entrare in porto, delineando tratti di bellezza ed equilibrio percettibili da ogni angolazione. Il nuovo teatro non doveva essere disperso nel paesaggio, ma diventare il panorama stesso della baia.
Dal punto di vista architettonico, uno dei problemi riscontrati ha sicuramente riguardato la forma particolare del tetto che fu infatti riprogettato almeno 12 volte prima di trovare una soluzione realizzabile e sostenibile. Si dice che fu proprio Utzon stesso a risolvere la questione, grazie ad un’illuminazione: mentre sbucciava le arance, si rese conto che se le avesse raschiate da una sfera, avrebbe potuto ricavarne delle conchiglie.
L’intero edificio pesa 161.000 tonnellate e si erge su 580 pali, abbassati di 25 metri sotto la superficie dell’acqua. Le sezioni di cemento che compongono la struttura sono incastrate tra loro e unite da cavi d’acciaio, mentre il tetto è completamente ricoperto da oltre un milione di tegole beige e bianche autopulenti.
L’edificio, composto da 14 gusci, arrivò a compimento solo nel 1973, anno in cui venne inaugurato ufficialmente dalla Regina Elisabetta II con un’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven e fuochi d’artificio. 30 anni più tardi Utzon ricevette il Premio Pritzker, massima onorificenza di architettura.